sabato 12 febbraio 2011

IL CORAGGIO DI PORTARE EVENTI


Il coraggio di portare Arte di alto livello

Castello di San Giusto, Castello di Miramare con le scuderie, Salone degli Incanti (ex Pescheria), Museo Revoltella, sono solo alcuni siti che la citta' di Trieste sta sfruttando con una patetica occupazione calendarizzata sottoponendo i cittadini a eventi artistici di portata molto limitata o credendo di attirare forestieri per numeri anche di 6-7 mila visite globali.

La mia memoria storica certamente non gode di troppa credibilita' per i 36 anni di vissuto ma e' un indicatore attendibile per quello che concerne un indirizzo delle ultime decadi: l'evento che ancora rimane impresso nella mia mente, l'unico per portata di visitatori, per importanza e vastita' mediatica e' stato “l' Oro del Peru'”, circa una trentina di anni fa (1981 mi sembra), un po' poco per una citta' che millanta da qualche giunta comunale attenzione al turismo; dopo il Peru' tanta quantita' e pochissima qualita', mostre oggettivamente di secondo piano (e raffazzonate), con nomi importanti ma dalle opere minoritarie, circo mediatico praticamente inesistente (e capibile vista l' odience).

E' vero che parliamo sempre di un periodo storico molto difficile, i tagli economici a livello nazionale non permettono voli pindarici di qualsivoglia genere, anche se veicolare il tutto in un minor numero di eventi ma piu' d' impatto potrebbe essere una soluzione; in prima persona io ho incassato alcuni “niet” politici per la teoria catenacciara (mi si conceda l' improprio ma calzante aggettivo) del “meglio non esporsi troppo con mostre di portata troppo ampia”, curandosi di non movimentare le acque tranquille di una poltrona e perdurare nella filosofia dell' iniezione anestetizzante di cultura capillare ma che non sia troppo invasiva per le coscienze popolari.

Ahime' neanche la teoria delle citta' grande-mostra grande tiene botta, perche' basti guardare un po' il panorama nazionale per accorgersi che centri come Ravenna, Padova, Ferrara, Rimini per non parlare della opulenta Treviso hanno stagioni artistiche cinque stelle, dai pittori Impressionisti a quelli del dopoguerra come De Chirico e Guttuso, dagli Espressionisti ai cubisti quali Picasso e Brauque, qualcosa per cui garantisco che decine di centinaia di triestini farebbero chilometri in treno o in auto per visitare.

Quale valore aggiunto portano questi eventi?

Beh, non ci vuole certo un illuminato economista per dire che il flusso indigeno e non di appassionati d'arte creerebbe un indotto di tipo monetario strettamente legato all' incasso, ma anche un effetto sulle strutture ricettive alberghiere, sui centri di ristorazione, sugli esercizi commerciali che aderirebbero all'evento, oltre che sulla stampa nazionale finalmente focalizzata sulla dimenticata terra del nord-est italico spesso ferma all'ultima stazione di Udine.

Scuotere una citta' sonnecchiosa, regalare emozioni forti...e' questo il coraggio di far politica!

Raffaele Baldini

Nessun commento:

Posta un commento