sabato 26 febbraio 2011

Del rione di Roiano...


Avere la fortuna di consumare gran parte della propria esistenza nello stesso rione, quello di Roiano, porta inevitabilmente ad avere un rapporto empatico con il territorio, con la propria gente, con le peculiarità del posto, tanto da ereditarne pregi e difetti.
Il rione di Roiano è di antica formazione, pur considerando che ad inizio '800 constava di poco più di quaranta case ed un centinaio di abitanti, poi “esploso” a livello edificatorio fino ai giorni nostri, punto strategico con richiesta abitativa molto alta per la vicinanza con la arterie principali di uscita alla città (Viale Miramare, Via Commerciale e Strada del Friuli), con la stazione dei treni e in generale con il centro cittadino.

Senza fare un excursus storico-artistico sul rione che può avere poco senso (seppure interessantissimo per diverse ragioni), il mio intervento ha la presunzione di far capire quanto potrebbe essere utile il ruolo di consigliere comunale in funzione di tramite per una realtà specifica. Il mio mio background conoscitivo a Roiano certo non è memoria storica vista la mia ancora giovane età, però il vissuto è stato qualcosa di capillare ed intenso, dall’asilo di Vicolo delle Rose alla Chiesa S.Ermacora e Fortunato, dalle scuole Tarabochia e Brunner al campo di pallacanestro (prestato dal hockey e del pattinaggio) del Dopolavoro Ferroviario, passando per ricreatori e oratori; sia ben chiaro, lungi dal fare l’errore di considerare il rione come uno spicchio autonomo della più complessa maglia strutturale cittadina, però necessariamente la cura di ogni singolo aspetto del micro-cosmo roianino darebbe una spinta per un’altra Trieste, questa volta non solo come lista civica ma anche come reale volontà di cambiamento.

Nessuno scadimento populistico da campagna elettorale, la banale rincorsa a chi si accolla le emergenze territoriali è già ben che cominciata, e quasi sempre poi viene riposta nel cassetto delle “eventualità” ad insediamento avvenuto; l’esigenza di nuovi parcheggi (liberi!!), la questione aperta del Rio Martesin, ecc. sono argomentazioni trite e ritrite che meritano una seria impugnazione politica, non spot da campagna elettorale.

Perché ho parlato sopra di “presunzione di far capire un ruolo”, semplicemente perché il più immediato e incondizionato modo di guadagnarsi credibilità è quello di rendere ineluttabile un concetto: pensate che chi vive il rione di Roiano non abbia interesse a occuparsi della questione di casa propria?
La risposta è quello che ho chiamato ineluttabile, argomento che DEVE essere contestualizzato per non dar adito alla più classica delle accuse di “coltivare solo il proprio orticello”. La missione quindi deve partire dal presupposto che il malato è quello che diagnostica con più precisione il male che ha attraverso i sintomi, la cura invece deve essere somministrata dal migliore medico, nel caso di una città, attraverso chi amministra e legifera in tal senso.
L'impegno e' quello che va dritto in questa direzione, ascoltare le esigenze di una comunita' per portare i migliori benefici nel lungo termine, a costo di essere impopolari o scontentando qualcuno, ma con l'imperativo di agire per la crescita di Trieste.

arch. Raffaele Baldini
(Candidato consigliere comunale nelle liste di Un'Altra Trieste)

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